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Q come Qui e Ora

Q come Qui e Ora

La meditazione è un toccasana per corpo e mente. Lo dimostra uno studio dell’Università di Sidney: chi la pratica da almeno ventiquattro mesi, è più in salute del 10% rispetto a chi non l’ha mai provata. Un’altra ricerca pubblicata sul Journal of Neuroscience dice che ha un effetto analgesico e può ridurre il dolore anche del 40%. Perché allora non provare? In molti non si sentono “giusti” per meditare. Invece, è una pratica adatta a tutti. Basta trasformarla in un’attività quotidiana, anche per pochi minuti al giorno, senza farsi scoraggiare dalla ricerca di un luogo ideale. Non esiste un momento perfetto per meditare, ma è sufficiente scegliere la situazione comoda per te: la mattina presto, nella pausa pranzo o la sera, prima di dormire. 

Basta infatti un po’ di silenzio per ritagliarsi un momento personale e riconnettersi con sé stessi. Non è sempre facile, risucchiati nel vortice degli impegni quotidiani, che, man mano che ci avviciniamo alle ferie estive, sembrano quasi più pesanti del solito, peggiorati dalle ondate di caldo. Allora è proprio questo il momento giusto per dare una chance alla meditazione.  

L’importanza del silenzio

L’assenza totale di rumori può innescare reazioni diverse. Se siamo in compagnia di persone appena conosciute, magari viene vissuto con imbarazzo, come un vuoto da colmare. Da soli, può intristire. Alzarsi presto la mattina e immergersi nell’assenza di rumori, invece, dà la carica. Tutto dipende dall’approccio. Ma la scienza è d’accordo su un fatto: trascorrere del tempo in silenzio genera benessere, fisico ed emotivo. A partire da un sonno migliore, più energia, memoria e lucidità mentale. Le onde sonore, infatti, aumentano il rilascio del cortisolo, l’ormone dello stress.  

Il silenzio va valorizzato perché costringe a rallentare, a guardarsi intorno con più attenzione, e predispone all’ascolto dei pensieri. È come se il tempo si dilatasse e andasse a un ritmo personalizzato. Detto così, sembra la cosa più semplice del mondo. In realtà, tante persone non sopportano il silenzio, perché spesso fa emergere pensieri più profondi, e magari difficili da gestire. Succede perché in questi momenti tendiamo a rimuginare sul passato e sul futuro, senza concentrarci sul presente. Dovremmo invece sfruttarli come una pausa per fare un check su noi stessi, capire come ci sentiamo. Così il silenzio diventa anche un ottimo antidoto contro l’ansia. All’inizio può essere faticoso, un po’ come succede con un nuovo sport, del quale poi non riuscirai più a fare a meno. 

Iniziate con una meditazione “a occhi aperti”

Provate con piccole pause acustiche, magari durante la cena: spegnete la tv, quel podcast che vi piace, accantonate il giornale, e osservate il piatto, ascoltare il respiro e assaporate la pietanza che state mangiando, facendo attenzione a quello che di solito è scontato. Per non lasciarsi intimorire dal silenzio, quindi, l’ideale è prenderci confidenza. Dalla preghiera buddista allo yoga fino alla più recente pratica della mindfulness: il silenzio è indispensabile per ognuna di queste attività.  

La mindfulness è una pratica laica, non è abbinata a nessun credo religioso, ed è vista più come un momento di empowerment personale. C’è anche chi medita in modo dinamico, correndo o camminando per esempio: lo chiamano mindful running (o walking). 

Così fate spazio nella mente

Se non avete mai meditato, provate con la tecnica del “mind-clearing”. È perfetta per i principianti perché può essere riassunta in 5 semplici mosse e bastano 10 minuti per praticarla.

  1. Sedetevi su una sedia, chiudete gli occhi e iniziate a respirare profondamente, inspirando con il naso per circa sei secondi ed espirando con la bocca per altrettanto tempo. Percorrete col pensiero ogni parte del corpo. 
  2. Aggiungete un “mudra”. Si tratta di diverse posizioni delle mani, che, secondo la medicina tradizionale cinese, stimolano i cosiddetti meridiani del nostro corpo, immaginateli come dei binari che trasportano l’energia. Quella ideale da abbinare alla tecnica del mind-clearing si chiama Dhyana e consiste nell’appoggiare la mano sinistra su quella destra, a palmi in alto, unendo i pollici e tenerle così, appoggiate sul grembo.
  3. Trovate il vostro ritmo di respiro naturale e allontanate i pensieri. Come si fa? Con la visualizzazione. Ecco un esempio tratto dal libro Migliora la tua vita con la meditazione di Elena Benvenuti: nella mente, immaginate di vedere il mare. Poi racchiudete ogni preoccupazione o motivo di ansia in una sfera. Fate cadere una palla per volta, un pensiero alla volta, nell’acqua e osservate mentre, man mano, si allontanano all’orizzonte.
  4. Successivamente potete recitare un mantra (suoni sacri da ripetere, sempre uguali): aiuta la concentrazione e contribuisce a un rilassamento più profondo. Un modo semplice e profondo per girare gli occhi dall’esterno verso la nostra interiorità, allontanandosi da tutto quello che è al di fuori di noi. Il più famoso e semplice è l’Ohm, tipico della pratica yoga.
  5. Al termine della pratica da 10 minuti, riprendete coscienza del corpo. Dai muscoli al battito del cuore. Riaprite gli occhi, e ritornate gradualmente a fare quello che avevi interrotto prima di iniziare a meditare.