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N come Nanna

N come Nanna

Solo pronunciare questa parola trasmette serenità e dolcezza, perché è così che i più piccoli dovrebbero vivere il momento del sonno, quando arriva l’ora “di andare a nanna”. Stiamo parlando di bambini in una fascia d’età che va dalla nascita ai primi anni di scuola, una fase delicata della loro vita dove il sonno è essenziale per la salute fisica, ma è tanto più cruciale nello sviluppo delle loro menti, perché influisce sull’umore, sulla memoria, sull’acquisizione dei vocaboli e lo sviluppo delle abilità motorie.  

Il primo passo sta nel comprendere quali sono le loro esigenze, e da qui costruire insieme una sana routine pre-nanna, quasi come se fosse un gioco ma con delle regole da rispettare. Tutto questo facendo sempre attenzione agli eventuali problemi e disturbi del sonno di cui i più piccoli potrebbero soffrire, che, come per gli adulti, vanno dalle apnee al russare fino al sonnambulismo, il parlare durante il sonno, o i risvegli bruschi nel cuore della notte. 

L’età, il carattere e le differenze di sviluppo possono condizionare in modo diverso le ore di sonno di cui un bambino ha bisogno. I bebè in genere dormono tanto, dalle 16 alle 18 ore al giorno; man mano che si cresce si passa a un minimo di 12, sonnellini compresi, fino alle 10-13 dei bambini in età prescolare e alle 9-12 dei piccoli che iniziano ad andare a scuola.  

La giusta routine della buona notte (ma non solo) 

Dovrebbe essere sempre la stessa, anche se siete fuori casa o in vacanza. L’importante è seguire lo stesso ordine di azioni, così il piccolo percepisce che è arrivato il momento di concludere la giornata e andare a letto. Una routine ideale per i più grandicelli è questa: 

  • Il primo step è spegnere la tv, il videogame o comunque abbassare le luci per rendere l’ambiente quieto; 
  • Mettere il pigiama (ancora meglio se preceduto da un bagno caldo) e lavarsi i denti. 
  • Fare un’attività rilassante, come leggere qualche pagina di un libro insieme o canticchiare una canzoncina, tipo ninna nanna. 
  • Scegliere il peluche con cui dormire. 

Attenzione, però: il momento ideale per andare a letto è quando i bambini iniziano ad essere assonnati, non quando sono già addormentati. Questo insegna loro a prendere sonno da soli nel letto, come gli adulti.  

Anche la routine diurna gioca il suo ruolo: ci sono infatti abitudini quotidiane che aiutano a creare nel tempo una buona igiene del sonno. Tra queste ne spiccano alcune, che sono particolarmente orientate al mondo dei bambini. 

  • Durante il giorno, intervallare i momenti di gioco con delle pause di recupero e riposo. 
  • Fare in modo che il letto sia riservato al sonno, evitandoci di giocarci sopra, guardarci la tv o farci colazione. 
  • Limitare il consumo di dolci ricchi di zucchero prima della nanna. Se necessario quindi meglio optare per uno snack salutare, almeno un paio d’ore prima di mettersi a letto. 
  • Andare a dormire e alzarsi, più o meno, sempre alla stessa ora. E questo vale anche nei fine settimana, nonostante la mattina ci sia più tempo per restare a letto. 
  • Lo sport giornaliero è importante, ma non va visto come un metodo per sfinire il piccolo con l’obiettivo di stancarlo e pensare così che dorma meglio. Il rischio è di esagerare e ottenere l’effetto contrario, cioè troppa adrenalina che metterà a rischio le sue notti. È fondamentale capire quando i bambini iniziano a stancarsi, prima che lo diventino troppo, così da metterli a letto al momento giusto.  

Altri consigli in base all’età 

È normale che i bebè, poiché ancora non hanno ben sviluppato il loro ritmo circadiano, non dormano tutta una notte filata senza svegliarsi. Se faticano a riprendere sonno, l’ideale è coccolarli con la voce o con delle carezze, senza prenderli in braccio o spostarli dal loro lettino.  

Per i più grandicelli, in genere dai due anni in avanti, contano anche i pisolini nel conteggio totale delle loro ore di sonno. Se la sera si rifiutano di andare a letto può essere per l’ansia da separazione. Allora una strategia è quella di coinvolgerli nella routine pre-nanna come parte attiva, per esempio facendo scegliere loro il pigiama da indossare o la fiaba da leggere.