Sonnopedia

M come Memoria

M come Memoria

Pagine e pagine di nozioni, concetti da memorizzare e la stanchezza che si accumula, giorno dopo giorno. Ma c’è una notizia incoraggiante per gli studenti che si stanno preparando all’esame di maturità, e non solo: sonno e memoria sono strettamente interconnessi. Sono stati condotti numerosi studi sul tema e la conclusione è che dormire il giusto numero di ore aiuta a processare meglio le nuove informazioni al risveglio, oltre a consolidarle in modo da memorizzarle e immagazzinarle a livello cognitivo. Allo stesso tempo, e di conseguenza, se ci sono problemi di insonnia (ma anche se si dorme troppe ore) o disturbi come le apnee, la memoria potrebbe essere messa a dura prova. Una buona notte di sonno, infatti, è un toccasana per la salute, ma permette anche alla mente di lavorare in modo ottimale.  

Cosa dice la scienza 

Diamo un’occhiata a come avviene il processo di memorizzazione nel nostro cervello. E lo facciamo utilizzando una metafora che ci sembra convincente: la memoria è come un set di mattoncini Lego. I ricordi, infatti, non sono a sé stanti, ma costituiti da tanti piccoli “pezzi” di informazioni. Quando ci sforziamo di ricordare qualcosa, il cervello si mette in moto per riassemblare tutte queste parti e costruire una memoria nella sua interezza. A volte può succedere anche di non riuscire a recuperare tutti i pezzi, e il risultato finale non è perfetto. Ecco perché l’atto del ricordare è spesso un processo complicato. 

Ed è qui che entra in gioco un buon sonno: mentre si dorme, il cervello costruisce i percorsi per collegare e consolidare le informazioni apprese durante il giorno. Non fa solo questo, perché si occupa anche di eliminare dati inutili e datati, per fare spazio a nuovi ricordi. Tutti questi passaggi aiutano il cervello a recuperare, il giorno successivo, quelle memorie considerate utili in modo più rapido e preciso.  

Trascorrere notti insonni o dormire male corrisponde così a una scarsa capacità di imparare e ricordare concetti nuovi. Un buon sonno dovrebbe essere uno dei tasselli fondamentali di ogni piano di studi. Tanto che l’Università di Harvard chiede, già da qualche anno, alle matricole in fase di iscrizione di completare anche un percorso di formazione online sulle abitudini del sonno.  

I pisolini che aiutano la memoria  

Come spiega qui il Corriere Salute, è la memoria a breve termine quella su cui impatta la privazione di sonno, cioè sulle informazioni più recenti. Non ci scorderemo mai la nostra data di nascita o dove abitiamo perché abbiamo dormito poco di notte!  

Per recuperare un po’ di ore di sonno perso e aumentare così la performance di memoria di chi sta preparando un esame scolastico, può tornare utile una strategia fatta di sonnellini ristoratori con cui intervallare lo studio. Vale sia di giorno, sia se si protrae nelle ore notturne. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Sleep della Sleep Research Society, gli studenti che fanno più pisolini mentre studiano hanno addirittura voti più alti. Dormirci su, per un breve periodo, sembra infatti aiutare il cervello a memorizzare. Anche un pisolino di soli sei minuti può aiutare a migliorare il ricordo di vocaboli fino al all’11%.  

L’equilibrio però tra sonnellini della giusta durata o troppo lunghi è delicato. Non dovrebbero infatti superare i 20 minuti (si chiamano infatti power nap) se il fine è una sferzata di attenzione ed energia extra per finire di studiare. Così, si resta nella fase di sonno più leggera, detta NREM (Non Rapid Eye Movement), e, subito dopo, si torna sui libri con slancio. In particolare, i giovani sono quelli che traggono maggiori benefici da pisolini di questo tipo, perché purtroppo con l’età si fatica sempre di più a trarre il meglio da sonnellini così brevi. Se invece si arriva a un sonnellino di 30 minuti, la ripresa rischia di essere più difficoltosa e, prima di avvertire l’influenza benefica del breve riposo, può trascorrere un’altra mezz’ora. Il pisolino supera un’ora? Comprende fasi di sonno più profonde, quindi per la memoria è un toccasana, anche se appena svegli c’è sempre il rischio di sentirsi un po’ annebbiati e di metterci un po’ prima di riprendersi.  

In ogni caso, più pisolini e meno notti in bianco per tutti!