Editoriale

Il divorzio del sonno

Il divorzio del sonno

Ne avete mai sentito parlare? È una scelta ancora non molto diffusa in Italia, al contrario degli Stati Uniti, dove invece è sempre più frequente tra le coppie perché “promette” sonni tranquilli. Si tratta infatti di dormire in letti separati per garantire a entrambe un riposo notturno di qualità.  

Le problematiche che possono mettere in crisi il sonno all’interno di una coppia sono le più varie: basta infatti che uno dei due partner faccia dei turni di notte o che si svegli molto prima la mattina per motivi di lavoro, oppure che russi o sia più freddoloso o soffra il caldo. Mettere a rischio il sonno di chi dorme accanto, causando risvegli improvvisi, insonnia e notti troppo movimentate è molto più comune di quanto si possa pensare.  

Il divorzio del sonno è quindi una scelta che si compie dopo averci ben riflettuto, provato delle soluzioni, come utilizzare i tappi per le orecchie o optare per un materasso e accessori che soddisfino le esigenze di entrambi (ne abbiamo parlato nella guida che potete scaricare qui) ma se purtroppo la situazione non ha modo di ottenere miglioramenti, solo per salvaguardare l’igiene del sonno può essere la soluzione, anche dei malumori che potrebbero nascere nella coppia.  

Ormai, infatti, lo sappiamo che se di notte si riposa bene, i vantaggi quotidiani sono innumerevoli, dalla salute al benessere generale. Per non parlare dell’umore, che ha degli effetti positivi anche sulle relazioni interpersonali, perché abbiamo anche più pazienza ed energia per dedicarci agli altri membri della famiglia. 

Ognuno ha il suo cronotipo 

Il ritmo circadiano, cioè il ritmo di sonno e veglia, è molto personale, e con la parola cronotipo (dal latino chronos, tempo) ci riferiamo a una vera e propria predisposizione genetica ad andare a letto presto o tardi. Si tratta di attitudini naturali e se in una coppia convivono due cronotopi diversi, non è facile far coincidere le proprie abitudini del sonno. Scoprire che caratteristiche hanno può tornare molto utile per gestire pacificamente un eventuale divorzio del sonno. 

C’è molto di più dei classici gufi e allodole 

Secondo Michael Braus, autore de Il potere del quando (Vallardi) conosciuto come “il dottore del sonno”, di cronotipi ne sono stati identificati quattro: si rifanno a degli animali, perché esiste una similitudine reale con il loro schema del sonno, ma si va ben oltre i classici gufi e allodole.  

Identificare il proprio cronotipo, può tornare utile per organizzare al meglio le giornate, facendo leva sui naturali livelli di energia e rispettando le esigenze del corpo. Non è impossibile modificarli o adattarli allo stile di vita, ma non possiamo stravolgerli del tutto.  

Quali sono i cronotipi? 

  • Orso: è il più comune, il cui ciclo di sonno e veglia segue quello solare. Ha bisogno di dormire le classiche 8 ore e va a dormire in genere alle 23. Ne consegue che l’arco della giornata in cui è più produttivo va dal mattino fino alle 13. Chi appartiene a questa categoria risente più degli altri della mancanza di sonno, mentre quando è ben riposato risulta più predisposto ed espansivo. 
  • Leone: è il classico mattiniero, che preferisce alzarsi presto al mattino, verso l’alba in genere, e andare a letto molto presto, non più tardi delle 22. Nelle prime ore del giorno è super energico, ma dopo pranzo crolla e ha bisogno di un pisolino, magari breve ma indispensabile.  
  • Lupo: ha difficoltà a svegliarsi e preferisce dormire un po’ di più degli altri. Si sente più energico a partire dal primo pomeriggio, dove si registra il suo momento di massima concentrazione. Questo però non significa che abbia bisogno di restare a letto molto di più al mattino per recuperare le energie. Di solito cena più tardi e si mette sotto le coperte passata la mezzanotte.  
  • Delfino: si ispira a questo mammifero famoso per dormire con metà del cervello alla volta, per difendersi dai predatori. Questo cronotipo è quello con più difficoltà a seguire qualsiasi tipo di programma di sonno: fa fatica ad addormentarsi e soffre di interruzioni, perché di solito è più sensibile ai rumori. Al mattino ci mette un po’ a carburare e i momenti più produttivi sono la tarda mattinata e il primo pomeriggio.